ANTOLOGIA CRITICA > Piero Chiara

1985

La luce che entra nei laboratori abbandonati, nelle soffitte, nei magazzini silenziosi, nei locali dai quali si è ritirata da tempo ogni presenza umana; la luce che definisce gli spazi e circonda gli oggetti animando di infiniti fosfemi l’impalpabile polvere sospesa negli “interni”, diventa per Giancarlo Ossola materia pittorica, sostanza di un mondo silenzioso, inanimato, dentro il quale vagano essenze, entità, ectoplasmi rapiti dall’Artista ad ogni forma e immersi in un’atmosfera che vibra della vita esterna, del mondo che preme intorno e determina l’incanto di un vuoto che potrebbe sembrare metafisico o surreale mentre è matrice e stampo di ogni cosa presente.
La mano di Giancarlo Ossola è quella di un creatore d’inesistenze, di un inventore di spazi, di un operatore di un operatore di magiche evanescenze intrise, per un moto di rivolta, della più tangibile realtà.

(Istituto Civico di Cultura, Luino, giugno 1985, Prefazione al catalogo)

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